Al bar

Al Bar.

Cagliari, pomeriggio, bar del centro.
– Desidera?
– Un caffè.
– Subito.
– Grazie.
– Ecco servito.
– …
– …
– Bellu cazz’e caffè.
– …
– Te lo pago a metà.
– …
– Proprio un caffè del cazzo.
– …
– Almeno dammi mezza minerale.
– …
– To’, pigarì su dinai. Voglio il resto.
– …
– E innoi no ci torru prusu, eh.
– …
– Buona giornata.
– Buona giornata a lei.
– E comunque aggiustatela quella macchina. Fa proprio un caffè del cazzo.

 

Ethiopian Nekisse "Short Mac"

nella foto, al bar

3 Comments

  • Cinzia

    26 Dicembre 2015 at 08:25

    Ho adottato lo stesso sistema del barista, davanti ad una provocazione (perché un’osservazione/critica costruttiva si fa diversamente) non colgo la palla e lascio dire.
    Mi sento un automa.

    Assurdo non mettere al suo posto una persona che sputa sul lavoro di un altro con tale disprezzo.
    Un caffè di merda viene fuori anche dalle mani del miglior barista, può capitare, ma se l’osservazione è fatta con umiltà e gentilezza è anche certo che il barista lo riprepari.

    Il saluto finale – stile “lasciamo perdere” – è il trionfo dello stupido detto “il cliente ha sempre ragione”.
    Una sconfitta morale.
    Purtroppo però se si osa rispondere a tono ad una persona così maleducata è anche automatico che questi, offeso dopo aver offeso lui per primo, sparga una valanga lavica di merda sul poveraccio che prenderà cazziate da titolare e critiche ingiuste dai non presenti che sentiranno la storia raccontata con fantasia dal simpaticissimo maleducato.

    Certa gente dovrebbe ricordarsi che il lavoro delle persone non va svilito neanche se ci piace poco.
    C’è sempre una schiena piegata che si sforza, e potrebbe essere quella di nostro padre stesso!

    Rispondi
    • Gianni

      26 Dicembre 2015 at 18:12

      Ciao Cinzia,
      poi mi sono fermato a fare due chiacchiere con il ragazzo che aveva preparato il caffè. Ci abbiamo riso sopra, consapevoli del fatto che in giro trovi gente proprio strana 🙂

      Rispondi
      • Cinzia

        26 Dicembre 2015 at 23:33

        eh sì…
        per amare pregi e difetti di un lavoro bisognerebbe amarlo profondamente, a prescindere da queste note stonate.
        io amo fare altro, sarà per questo che poi non so mai prenderla con filosofia e, in fondo, mi lascio sempre amareggiare da questi episodi.
        gente strana eccome… 🙂

        Rispondi

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