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Atto di dolore di un giornalista (iscritto regolarmente al sindacato)

Atto di dolore di un giornalista (iscritto regolarmente al sindacato).

Mio Padrone, mi pento e mi dolgo

O Padrone

Tu che mi concedi la grazia e l’onore di poter lavorare ogni giorno nella Tua Azienda, nella Tua splendida azienda, anche se talvolta lo splendore noi non lo vediamo, noi, ciechi e umili dipendenti, perché non siamo in grado di comprendere la Tua parola di mestizia e di sconforto

noi non capiamo che se tutto va a rotoli, se non fai investimenti, se mandi via i collaboratori, se ami circondarti di persone incompetenti, se non hai una struttura commerciale in grazia di Dio (e scusa se oso nominare il Tuo competitor), se non ci consenti di svolgere il nostro lavoro come sappiamo, come sapremmo e come dovremmo fare, se Tu ti ostini a modificare ruoli e mansioni del personale, se Tu insulti la nostra intelligenza, se pretendi di fare carta straccia delle regole e dei contratti di lavoro, noi non capiamo che se mortifichi le nostre professionalità è soltanto per il nostro bene

noi, insipido popolino, ciurmaglia di bassa redazione, non lo capiamo, non siamo in grado di capire

O mio Padrone

O mio Padrone, che pur disprezzando il denaro, hai scelto per penitenza di amministrare una banca, Tu, che non mi paghi lo stipendio (odioso e volgare denaro) per aiutarmi a capire fino in fondo il valore della povertà e dell’indigenza, Tu, che pure i soldi dalla Regione e dallo Stato li prendi, o Padrone, fulgido e glorioso esempio di rettitudine morale, costretto a intascare vile, putrida e puzzona moneta, al solo scopo di darci alfine nobile e imperituro insegnamento

Tu, Padrone, sappi che

mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati di onesto lavoratore, perché peccando e lavorando e facendo il giornalista ho meritato i tuoi castighi

e molto più perché nel chiederti rispetto delle leggi e delle norme contrattuali, nel chiederti il pagamento puntuale degli stipendi (che orgogliosamente ci siamo decurtati del 35 per cento, per stare lontani da tutte le tentazioni del capitale e della ricchezza) ho meritato persino un licenziamento

O Padrone

sappi che mi pento e mi dolgo perché ho offeso Te, così infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa

propongo con il tuo Illuminato Aiuto di non offenderTi mai più, e di fuggire le occasioni prossime di peccato

O Padrone, misericordia, perdonaci.

 

 

 

 

 

 

 

38 Comments

  • franca

    4 Ottobre 2012 at 13:13

    Oh…Gianni, hai colto nel segno!!!Hai raffigurato benissimo chi è il tuo supremo padrone.
    Ma io sapevo già tutto.
    Sulla pelle della mia famiglia.
    Un abbraccio.

    Rispondi
    • Gianni

      4 Ottobre 2012 at 13:28

      E purtroppo non è consolante sapere che altre famiglie hanno passato, o passeranno, brutti momenti per colpa di padroni e padroncini.
      Un bacio.

      Rispondi
  • Dario Precario

    4 Ottobre 2012 at 14:16

    Purtroppo è un problema comune a moltissimi dipendenti che hanno visto l’azienda per la quale lavoravano crollare. Crollare sia per incapacità imprenditoriale, che per mancanza di contromisure adeguate per contrastare la concorrenza. Solidarietà all’amico Zanata.

    Rispondi
  • Maria giovanna

    4 Ottobre 2012 at 15:43

    Il mondo è grande e vario, Gianni, ed io continuo a pensare che da qualche parte c’è giustizia e rispetto per le persone. Di questa sconfitta fai tesoro andando avanti ad occhi aperti ma non cinici. La tua intelligenza e la tua professionalità non possono essere messe in discussione da un padroncino prepotente e insipiente. Purtroppo oggi il nostro mondo è abitato da siffatti individui e l’unico modo perché si mordano le dita è quello di dimotrar loro che si può fare a meno di essi. Non ti curar di loro ma guarda e passa!

    Rispondi
  • Salvatore angelo Firinu

    4 Ottobre 2012 at 15:56

    Il padrone delle ferriere ha colpito ancora. Si beatifica il sommo con pseudo iniziative di carattere sociale ma si sente da lontano la puzza del feudatario che tenta di rabbonire il popolino. Bravo Gianni Zanatta.

    Rispondi
  • Nico Massa

    4 Ottobre 2012 at 18:21

    Ciao Gianni,
    non ci conosciamo ma ho sentito parlare della tua storia da due amici (una di loro è una nostra amica comune).
    Mi spiace veramente leggere dell’ennesima storia di sacrificio e fine nel cassonetto dell’umido.
    Io sono stato uno dei lavoratori Omnia Network che son stati, per un anno, presi in giro dall’azienda per cui lavoravano.
    Comunicati falsi, richiesta di lavoro con la falsa promessa di un pagamento ritardato e minacce di provvedimenti gravi qualora avessimo deciso di scioperare.
    Ti capisco e, nonostante non ci si conosca personalmente, ti sono vicino.
    Io sono stato fortunato e son riuscito a rialzarmi, mi auguro che succeda la stessa cosa anche a te.

    Un caro saluto.

    Nico.

    Rispondi
    • Gianni

      4 Ottobre 2012 at 20:30

      Grazie Nico, grazie davvero.
      Se vuoi raccontare nei dettagli la tua storia con Omnia (massima solidarietà a te e ai tuoi colleghi) sappi che questo è uno spazio aperto, qui puoi farlo.
      Un abbraccio e un in bocca al lupo!

      Rispondi
  • mauro f.

    4 Ottobre 2012 at 21:12

    più che un atto di dolore è un atto d’amore verso questo mestiere fatto di parole dette, di parole scritte, con un po di dignità. Ciao Gianni

    Rispondi
  • Martine

    4 Ottobre 2012 at 21:13

    Spero di avere interpretato male la tua umile (bellissima.. grandiosa..)preghiera… Maledico e odio chi sappiamo..E mi viene voglia di piangere…

    Rispondi
  • Alessandro

    4 Ottobre 2012 at 22:13

    Ciao Gianni ,
    lavoro x la concorrenza ….so benissimo cosa vuol dire quello che vi sta capitando…e mi dispiace moltissimo …da me e da tutti i miei colleghi tutta la nostra solidarietà

    Rispondi
  • andrea

    5 Ottobre 2012 at 08:34

    Caro Gianni
    Davanti a problemi contingenti come le scadenze di fine mese, mi sembra assurdo farti i complimenti per il tuo modo di incanalare creativamente un dramma.
    Spero che il tuo carattere, la tua serietà e la tua umanità continuino ad aiutarti
    Conosco la realtà dell’ editoria in generale, e quella della tua azienda in particolare.
    Rabbrividisco al pensiero che NIENTE di democratico e NON violento possa ribaltare lo stato di cose in essere in questo Paese.
    Hai voglia di nominare Fleming ministro della Salute, se alla regione continua ad esserci il distaccamento Iglesiente dell’ assessorato.
    Spero che tu riceva almeno la dovuta attenzione, altrimenti puo sempre diffamare qualcuno e far finta di finire in galera urlando alla libertà di stampa.

    Rispondi
  • Pippomu

    5 Ottobre 2012 at 09:01

    Gianni, non ci conosciamo e conosco altrettanto poco la tua attuale situazione. Ma evidentemente ti ha colpito. E forte.
    Resilienza, questo è quello che ti dico. Informazione collaterale, questo non può che essere un nuovo punto di partenza. Nuova vita e libertà per te e il tuo spirito.
    Ciao

    Rispondi
  • claudio chiarani

    5 Ottobre 2012 at 10:31

    Quale membro della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo, collega di Leyla Manunza (Cagliari), innamorato pazzo della Sardegna…. ti giunga il mio abbraccio dal profondo nord! In Trentino non è che stiamo meglio… credimi! Precario… freelance… co.co.co… co.co.pro…. e qualsiasi altra sigla identifichi noi umili imbrattacarta senza assistenza legale, rimborsi spese, assicurazione…. ma fieri di essere Giornalisti. Si, con la G maiuscola!

    Rispondi
  • antonio loconte

    5 Ottobre 2012 at 14:00

    Caro Gianni tutto il mondo é paese. Il 28 novembre ho la prima udienza contro l’azienda che mi ha licenziato senza dirmi perché a gennaio del 2011. Sulla vicenda ho scritto un libro per convincere i colleghi precari, garantiti o presunti tali a non girare la testa dall’altra parte. Siamo ancora pochi a ribellarci a dire che editore “no padrone”. Speriamo che prima o poi tutti capiscano che siamo su un’unica malconcia barca. In caso contrario si andrà tutti a fondo.

    Rispondi

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