Champagne e pistole

Champagne e pistole.

Pioveva e faceva freddo. I carri armati presidiavano le piazze principali della città, i soldati sorvegliavano i mercati di frutta e verdura e agli angoli delle strade si vendevano pistole e fucili. A un certo punto qualcuno mi ha messo in mano una bottiglia di champagne e mi ha detto “Vai, tocca a te”. Ero di pessimo umore e ho iniziato a bere. Quando sono entrato nella sala dove avrei dovuto pronunciare il discorso, mi sono guardato attorno e ho visto le facce del pubblico, uomini e donne dall’ego fratturato e instabile. Mi sono avvicinato al microfono tenendo ben stretto tra le dita il collo della bottiglia. Ho fissato i duemila occhi che avevo davanti e sono rimasto in silenzio. Nei sogni non esiste il libero arbitrio, ho pensato. Quindi ho rovesciato lo champagne sul microfono e sono andato via.

 

 

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nella foto, libero arbitrio

 

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