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La malinconia dello scolapasta

La malinconia dello scolapasta.

Una volta ho conosciuto un tizio che per evitare di farsi rapire dagli alieni si metteva in testa uno scolapasta. Non proprio uno scolapasta ma una cosa così. Una specie di elmetto con tanti buchi. Che lui comunque lo usava anche per scolare la pasta, l’elmetto coi buchi, oltre che per evitare di farsi rapire dagli alieni.
E insomma.
Poi un giorno il tizio l’ho incontrato che non aveva più lo scolapasta in testa. Mi ha detto che non era vero nulla, che gli alieni non esistono e che son tutte balle, quelle che si leggono sui giornali. Che non so quali giornali leggesse lui, ma non me la sono sentita di chiederglielo.
Ora uso i tappi per le orecchie, ha detto mostrandomi due tappi per le orecchie. È per via delle urla. Non sopporto le urla, ha aggiunto infilandosi i tappi nelle orecchie. Le urla degli alieni. Sono endemiche, ha precisato. Forse non lo sai ma le urla degli alieni sono endemiche.
E insomma.
Il tizio somigliava a Toto Cutugno. Due gocce d’acqua. Tant’è che una volta gli ho chiesto di cantarmi Azzurra Malinconia. Ma non mi ha sentito. Credo avesse i tappi.

scolapasta

2 Comments

  • matteo

    22 Settembre 2014 at 19:42

    Caro Gianni, noi quasi non ci conosciamo ma lascia che ti parli come se fossimo grandi amici, veri amici. Caro Gianni, io non lo so dove te ne stavi nascosto fino a ieri, perchè ci hai messo tanto ad arrivare, a bruciare lo Stop della perpendicolare del mio destino rovinandomi addosso. So solo che non ci siamo fatti male e sdraiati a terra, sull’asfalto umido di un piccolo incrocio di Milano, abbiamo cominciato a ridere. Si, perchè io ti ho chiesto “facciamo la constatazione amichevole?” e tu mi hai risposto “ma se non ci conosciamo nemmeno”. E’ così che siamo diventati amici. Incidentalmente.

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