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Le declinazioni del male

Le declinazioni del male.

Mi è piaciuto un articolo pubblicato ieri sulle pagine della cultura de la Repubblica, firmato da Gabriele Romagnoli, dal titolo “Perché ci affascina la vita delle canaglie“.

Romagnoli spiega perché ha scelto di premiare l’ultimo romanzo  di Emmanuel Carrère, Limonov“(Adelphi), come libro dell’anno 2012.

“Ha fiuto nella scelta, Carrère”, scrive Romagnoli. “Individua declinazioni decifrabili del Male. Decifrabili attraverso la letteratura. (…) Carrère non si preoccupa che il protagonista della sua narrazione sia un eroe, neppure che sia positivo. Non cerca di empatizzare, vuole soltanto rendere conto”.

Mi piace perché si tratta di concetti che cerco sempre di approfondire, spesso con risultati purtroppo risibili, quando i lettori mi chiedono di Valdo Norman, il protagonista dei miei due libri pubblicati da Quarup, “Non sto tanto male” e “Dettagli di un sorriso“.

Lungi da me l’idea di accostare o comparare le mie storie con le opere di Carrère. Sarebbe come fare un paragone tra un calciatore di seconda categoria e Lionel Messi. Non è questo il punto. Il punto è che davvero non siamo capaci di odiare sino in fondo il protagonista negativo di una storia, di un romanzo. Perché l’autore è lì – come scrive Romagnoli – a rammentarci che “la debolezza è umana, troppo umana, e tu l’hai condivisa. (…) Tutti abbiamo dentro bivi terribili che possiamo convivere con qualunque scelta e qualsiasi conseguenza”.

Valdo non è affatto Limonov. E viceversa. Le loro storie non hanno alcun punto di contatto. Ma in qualche maniera i due potrebbero essere parenti, magari alla lontana. Entrambi sono personaggi assolutamente anormali, incapaci di attraversare una linea intermedia, o sostarvi sopra. Talvolta patetici e struggenti, talaltra semplicemente detestabili. Con una sostanziale differenza: Limonov non è un personaggio inventato, esiste davvero. Valdo no. Almeno così pare.

 

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nella foto: Eduard Veniaminovich Savenko (fonte web)

 

2 Comments

  • flavio

    2 Gennaio 2013 at 19:56

    Ciao Gianni, anche a me l’articolo che segnali mi è piaciuto perché forse fa capire come possiamo essere attratti da personaggi negativi, magari con la “scusa” che si tratta di finzione. Un motivo in più per leggere i tuoi libri! Buon proseguimento e a presto.

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