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Cose che ho pensato (diciassette)

Cose che ho pensato (diciassette).

101.
Una volta ho pensato che c’è stato un periodo che entravo nei negozi di dischi per guardare le copertine degli ellepì di Fausto Papetti.

102.
Una volta ho pensato di essere una fetta di petto di pollo.

103.
Una volta ho pensato che io e Diamantina non siamo mai stati buoni amici. Diamantina era piccola, un mucchio di capelli rossi e ricciuti, gli occhi verdi e le lentiggini sul naso. L’avevo incontrata in aereo, volo Cagliari–Milano. Appena imbarcati c’eravamo messi a litigare per un posto a fianco al finestrino, e una delle hostess era dovuta intervenire per smorzare un principio di rissa. Su quel sedile, alla fine, mi ci ero seduto io. Questione di precedenza. Durante il viaggio mi ero presentato e le avevo chiesto scusa, anche se obiettivamente non mi pareva il caso, visto che lei si era proprio comportata da stronza. La sua risposta, tuttavia, mi aveva colpito e aveva fatto nascere in me un embrione di sentimento. “Vaffanculo coglione”, mi aveva detto. Per tutto il viaggio non mi aveva più rivolto la parola.

104.
Una volta ho pensato che se fossi una fetta di petto di pollo mi piacerebbe essere impanato e fritto.

105.
Una volta ho pensato di essere una lettera d’amore. Una mattina di settembre mi sono imbustato, affrancato e spedito.

 

arturo

nella foto, viaggio

 

 

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