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Cose che ho pensato (quattro)

Cose che ho pensato (quattro).

26.
Una volta ho pensato di rubare un elicottero e di andare in Corsica insieme a Gianfilippo per un open mic a Marina di Porto. Poi Gianfilippo ha detto “Ma chi lo guida, l’elicottero?”. E allora niente. Siamo rimasti qua, non siamo più andati in Corsica.

27.
Una volta ho pensato che mi sarebbe piaciuto essere un inventore. Oppure fare una scoperta scientifica, una di quelle che poi ti danno il nobel. Arturo diceva che lui era un po’ indolente, non aveva mai voluto mettersi d’impegno. “Altrimenti qualche invenzione l’avrei inventata”, diceva, “qualche scoperta l’avrei fatta”. Una sera, mentre ragionavamo sulle leggi di gravità, lui aveva elaborato una teoria che era il contrario della teoria di Newton, una cosa rivoluzionaria. Non era campata per aria, la teoria di Arturo. Anzi, a me sembrava ineccepibile. Il giorno dopo, però, l’avevamo dimenticata. Arturo aveva dato la colpa al vino. C’era rimasto male. Per qualche giorno aveva anche smesso di bere.

28.
Una volta ho pensato di mettere le scarpe in frigorifero.

29.
Una volta ho pensato che negli anni ottanta i musicisti pop suonavano musica pop che faceva cagare. Soprattutto la musica pop inglese. Quel pop mi dava sui nervi soltanto a leggere i nomi dei gruppi e dei musicisti. Arturo, che non ha mai ascoltato un disco di musica pop, diceva che la musica pop era musica per sciacquarsi le palle.

30.
Una volta ho pensato di organizzare una mostra di cimeli e di far pagare un biglietto cinque euro. Due euro per chi ha meno di sedici anni. E niente. Il più è fatto, mi sembra.

 

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nella foto, cimelio

 

 

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