Problemi

Problemi

Tu ti metti troppi problemi, mi ha detto lei in un filo di voce, come se le parole provenissero da una crepa di sentimenti contrapposti.
L’ho guardata, in sintonia con le ombre degli alberi alle sue spalle, e ho avuto un lieve tracollo interiore al pensiero di tutti i problemi che non mi ero mai messo fino a quel momento.
Per esempio, le ho chiesto.
Problemi. Troppi problemi.
Sì, ma fammi un esempio, le ho ripetuto.
Per esempio continui a chiedermi insistentemente del nostro amore.
Ah. E questo sarebbe un esempio, le ho detto.
Lei ha incrociato le braccia.
Senza offesa, mi ha detto.
Senza offesa cosa?
Senza offesa e basta, mi ha detto.
Non mi sono offeso, ma potrei.
Potresti?
Potrei offendermi, se non mi chiedessi scusa, le ho detto in modo un po’ risentito.
Non starai dicendo sul serio?
Sei stata tu a iniziare.
Iniziare cosa?
Hai detto che mi metto troppi problemi, giusto?
Sì, cazzo!
Be’, non sono d’accordo!
Lei ha scosso la testa e ha levato gli occhi al cielo. C’erano delle nuvole, bianche e sottili. La giornata peggiore per mettersi a litigare.
Per piacere, andiamo via, non ho più voglia di stare qui, ha detto lei a un certo punto.
Si è alzata e si è allontanata di qualche metro.
Ehi, ho detto.
Che c’è?
È un paio di giorni che ci sto pensando.
A cosa?
Ad Aznavour.
Lei ha sbattuto le palpebre, segno che tuttavia non aveva ancora perso la pazienza.
Charles Aznavour, le ho detto.
Sì. E quindi? Che cosa c’entra?
Niente. Mi stavo solo chiedendo se Aznavour fosse ancora vivo. Tutto qui.

 

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