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Un guastafeste rubicondo

Un guastafeste rubicondo.

Ieri, sfogliando i quotidiani, ho letto un articolo nel quale si sostiene che l’obiettivo più ambizioso degli studiosi del cervello umano sia quello di svelare i misteri della coscienza.

Non per fare il rompicoglioni, cosa che tra l’altro mi riesce anche abbastanza bene, non sempre, solo quando capita, quando è proprio necessario e non se ne può fare a meno, s’intende, in determinate circostanze, raramente a caldo, più in generale a ragion veduta, mettiamola così, ecco, non per fare il guastafeste, dicevo, ma io spero vivamente che non ci arrivino mai, gli scienziati o chi per loro, a svelare i misteri della coscienza.

Non so, mi sembra una follia.

Io, giusto per chiarire, sono per le cose prosaiche, a me basterebbe che gli studiosi del cervello mi svelassero cose un po’ più semplici, un po’ più terra terra. Basterebbe che gli studiosi del cervello mi spiegassero perché c’è gente che quando parla o scrive si ostina a parlare o a scrivere usando parole e locuzioni fastidiose, verbi intollerabili.

Piaciare, agendizzare, declinare, interfacciare, mediamente, performante, attenzionare, likare, briffare, progettino, divisivo, endorsare, bypassare, location, piuttosto che, quant’altro.

Che poi, a parte queste cose qui, che di sicuro agli scienziati e agli studiosi del cervello interessano ben poco, dopo aver letto l’articolo m’è venuto da pensare che il problema non sia quello di svelarne i misteri ma di trovarne almeno una, di coscienza. Fosse di classe andrebbe pure meglio.

 

falcemartello

 

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