Francamente

Francamente.

Te lo spiego io il nulla, mi dice lui afferrando l’aria e stringendola in un pugno. Il nulla è questo, il nulla è così, il nulla non ha sostanza, il nulla è nulla, e via. Hai voglia a sostenere che il nulla ha sostanza, hai voglia a pensare il contrario, mi dice lui. Non lo so, gli dico io, magari ha sostanza, il nulla, magari ce l’ha, una qualche sostanza. Macché sostanza, mi dice lui, il nulla è nulla, e via. Non lo so, magari è materia, il nulla, non lo so, magari è materia fatta di una qualche sostanza, gli dico io. Se fosse materia non sarebbe nulla, mi dice lui. E se nulla è nulla, un motivo ci sarà, e via. Non lo so, gli dico io, proprio non lo so, tra tante cose, metti che il nulla abbia qualche tipo di sostanza. Ci son cose che non han sostanza, gli dico io, ma non mi sembra che siano nulla, queste cose senza sostanza, se segui il mio ragionamento, non mi sembra affatto che siano nulla. Mi sa che tu sei fissato con la sostanza, mi dice lui, fammi un esempio, dài, fammi un esempio di questo nulla con sostanza. Beh, l’infelicità, per esempio, gli dico io, a me sembra che l’infelicità sia proprio così. L’infelicità cosa, mi dice lui, cosa c’entra l’infelicità. Non lo so, gli dico io, l’infelicità che non puoi vedere ma che puoi sentire, l’infelicità che a volte non sai se sia una cosa da toccare, se abbia davvero una qualche sostanza, ma che poi ti riempie, ti sovrasta, e quando ti riempie e ti sovrasta ti vien da pensare che sia una cosa talmente sgradevole, l’infelicità, che potresti persino stringerne un lembo tra le dita.
Allora lui mi guarda e scuote la testa.
Beh, non lo so, mi dice lui, ecco, francamente non lo so, mi dice lui, ma secondo me, guarda, molto francamente, tu secondo me sei un po’ maldisposto verso il concetto dell’esperienza, e via.

 

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