Cantiamo. Il tizio che l’altro giorno è salito sull’autobus, ha dato un’occhiata rapida a chi gli stava intorno, poi si è seduto, si è rialzato, si è seduto di nuovo, si è alzato di nuovo, si è aggrappato alla maniglia più alta e ha iniziato a cantare Tu scendi dalle stelle Tu scendi dalle stelle…
Puramente indicativo
Puramente indicativo. Questa mattina ho versato il caffè nella tazza e ho messo a riscaldare il latte. Mentre il latte era sul fuoco, ho sciacquato la caffettiera, l’ho asciugata e l’ho infilata nel frigorifero. Ci ho messo qualche secondo, prima di rendermi conto. Dopo aver fatto colazione, mi è venuto da pensare che qualche giorno…
Ci può stare
Ci può stare. Leggo tanti commenti, tante polemiche. E mi rammarico per tutta questa invidia, questa acrimonia, questa miopia. Come se fossimo tutti grandi esperti e ognuno avesse la verità in tasca. Mi dispiace ma a questo gioco al massacro mi sottraggo. In primo luogo, perché non abbiamo perso. Secondo, perché un pareggio in casa…
Versare il latte sul pianto
Versare il latte sul pianto. Un ronzio, una specie di fischio sordo. Mi sono svegliato con questo ronzio nella testa, questa specie di fischio sordo. Un acufene, mi sono detto. Ecco qua, ho pensato, ci mancava solo l’acufene. Qualche tempo fa ho letto su una rivista che l’acufene non è esattamente una malattia, ma è…
Ci sono tappi e tappi
Ci sono tappi e tappi. Questa mattina, mentre rimuginavo sul sogno di un viaggio in terre silenziose e senza nuvole e facevo colazione e prendevo i biscotti tondi e farinosi e li mettevo in pila e riflettevo sul verbo esimere, non tanto sul significato quanto sulla terza persona singolare del passato remoto – egli/ella esimé…
I Racconti del Potere Yankee
I Racconti del Potere Yankee. Nel sogno succedevano cose strane, molto strane. Ma non è questo il punto. Il punto è che la mattina dopo, prima di fare colazione, mentre osservavo una ragnatela sul lampadario, una ragnatela grande come un medaglione medioevale, mi è venuto in mente ciò che scrisse Greil Marcus sul numero di…
Di suoni cupi e fragorosi che echeggiano in profondità
Di suoni cupi e fragorosi che echeggiano in profondità. Vorrei parlarci, con il tizio del cortile accanto che il sabato e la domenica se ne sta chiuso per ore nel suo garage, sin dalle prime ore del mattino. Vorrei che mi dicesse, che mi raccontasse. Vorrei saperne di più. Perché mi incuriosisce davvero questa sua…
Tendevo le orecchie
Tendevo le orecchie. “Una volta ero danzatrice, tendevo le orecchie al muoversi dei ramoscelli. Ero bella come una leggenda berbera”.
Una cosa so
Una cosa so. – Vuoi che ti dica una cosa? – Dimmi, dimmi. – Non mi sembrava uno di quei tipi che se tu gli dici A lui capisce B. – Ce ne sono, eh. Di tipi così, voglio dire. – Ce ne sono, esatto. Ma lui non mi sembrava. – Ti sei sbagliato? –…