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Ispirazioni

Ispirazioni. Mi è apparso in sogno Jacques Prévert. Speravo mi desse qualche numero da giocare. Invece niente. Però mi ha ispirato una poesia. S’intitola Les Merdes Mortes.  

Cose che ho pensato (trentanove)

Cose che ho pensato (trentanove). 216. Una volta ho pensato di essere una pala eolica. Ero lì che giravo, giravo, giravo ma non succedeva niente, non si accendeva nemmeno una lampadina. Poi si è avvicinato Arturo e mi ha detto che gli sembravo un coglione, anzi, due coglioni.  

Io no #27

Io no #27. Troneggiavano dietro le loro scrivanie, io no.  

A volte è meglio

A volte è meglio. L’altra mattina un tizio mi ha chiesto “Ma tu sei un cantante?”. A volte, gli ho detto. “Beh”, mi ha detto, “somigli a un cantante italiano”. Ah, non saprei chi, gli ho detto. Al che lui ci ha pensato un attimo e mi ha detto “Anzi, no, somigli al cantante dei Coldplay”….

Canzoni nella testa (8)

Canzoni nella testa (8). La canzone che ho nella testa da quando mi sono svegliato è “Astral Plane”, di Valerie June, nella versione suonata e cantata qualche settimana fa al Saturday Session della CBS. Dancing on the astral plane In holy water cleansing rain Floating through the stratosphere Blind, but yet you see so clear Me…

Macchie

Macchie. Mi è sembrato di vedere il volto di Stevie Wonder su una macchia di muffa.  

Ho visto

Ho visto. Ho visto. Ho visto cose. Ho visto cose che. Ho visto cose che adesso non mi ricordo se le ho viste davvero. Magari non le ho viste. E allora niente. Magari le vedrò un altro giorno.  

Correre e urlare

Correre e urlare. L’altro giorno in viale Sant’Avendrace è passato un tizio in bicicletta, correva e urlava: “Bastardo! Garrogna!”. Mi sono voltato, pensavo dicesse a me. Invece ha continuato a correre e a urlare: “Bastardo! Garrogna!”.  

Parola sorda

Parola sorda. Ieri, mentre ragionavo sul fatto che l’altro giorno era la giornata mondiale della poesia, mi è venuto da pensare che la poesia non è soltanto una parola muta che ti parla ma è anche una parola sorda che non ti ascolta. Che detta così sembra anche una cosa intelligente, invece secondo me non…

Parola muta

Parola muta. Ieri era la giornata mondiale della poesia e mi è venuta in mente una cosa che ho sentito dire la scorsa estate a Seneghe da un poeta che si chiama Giovanni Piga: “La poesia è una parola muta che ti parla”, ha detto.  

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