Nessuno è prefetto

Nessuno è prefetto.

Il prefetto di Cagliari ha adottato un provvedimento con il quale viene disposto il “divieto di vendita per asporto e detenzione di bevande alcoliche e bevande in contenitori di vetro nei quartieri Marina e Stampace”, dopo le ore 22.
La decisione ha suscitato aspre polemiche e prese di posizione.
Intanto che si discute e si dibatte, negli ambienti della movida cagliaritana si studiano le contromosse.
Già circolano vademecum clandestini con i primi suggerimenti atti ad
aggirare le restrizioni prefettizie.
Questi, al momento, i dieci metodi consigliati.

1) prendete un asciugamano da mare, impregnatelo di birra, mettetevelo sulle spalle con l’aria di chi è appena rientrato dal Poetto; ogni tanto portate un lembo alla bocca, quindi strizzate e succhiate ostentando massima indifferenza.

2) vestitevi da cardinali, procuratevi un’automobile dello Stato del Vaticano, sistemate svariati barilotti di birra sul sedile posteriore, parcheggiate in prossimità del centro storico e sbevazzate quanto volete; se qualcuno vi ferma, fate valere la vostra immunità diplomatica.

3) ammaestrate uno o più piccioni, spiegate loro come maneggiare e stappare una lattina di birra, assegnate un piano di volo, un orario e un luogo d’incontro prestabilito; dopodiché, all’ora e al posto concordati, sollevate il mento, aprite la bocca e aspettate che il piccione stesso vi versi da bere da un’altezza non inferiore ai dieci metri.

4) stesso procedimento di cui sopra applicato a cornacchie, gabbiani e fenicotteri. Occhio ai gabbiani, però, ché insieme alla birra potrebbero somministrare liquidi di imprecisata natura, peraltro non contemplati nell’ordinanza prefettizia.

5) non vi fidate degli uccelli e non siete affatto sicuri che i pennuti di cui sopra abbiano competenze specifiche nel campo della somministrazione di bevande; bene, procuratevi un drone e un amico che lo sappia usare, e che soprattutto sia astemio.

6) travestitevi da Prefetto, gironzolate tra vicoli e piazze, sequestrate tutte le bottiglie e le lattine di birra che incontrate nei paraggi, quindi bevete a piacimento e, tra un sorso e l’altro, spiegate ai cittadini che è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.

7) dovete essere almeno in quattro: vestitevi di nero, prendete una bara, riempitela di birra e liquori, portatela in spalla e sistematela davanti a una chiesa, ogni tanto aprite il feretro e bevete, senza dare nell’occhio. Ai gendarmi che chiedessero spiegazioni potete sempre dire che siete in attesa del parroco per la cerimonia funebre. Difficile che vi chiedano di verificare il reale contenuto della bara. Nel caso, potrete sempre gridare al miracolo: “È resuscitato!”. E di conseguenza brindare al lieto evento.

8) travestitevi da medici e infermieri, rubate un’ambulanza, attrezzatela come si deve, sistematela in piazza Yenne e mettete in bella vista un cartello con su scritto Raccolta del Sangue. Gli amici, avvertiti dell’espediente, si sdraieranno a turno sul lettino e si lasceranno infilare gli aghi e tutto il resto. Sì, birra e liquori per endovena non sono il massimo, ma non è il caso di star lì a sottilizzare.

9) procuratevi una o due bambole gonfiabili, riempitele di ichnusa ghiacciate, agghindatele per la movida, prendetele a braccetto, andate in lungo e in largo per le vie della Marina e ogni tanto fermatevi in angolo appartato per baciarle; precedentemente, nella bocca delle bambole avrete applicato un sofisticato sistema per sorbire tutti i liquidi di cui necessitate.

10) allestite un finto set cinematografico con la scusa che la Marina è una zona meravigliosa per girare un lungometraggio sulla vita notturna di Cagliari; la scena da girare è quella di un gruppo di persone che, bottiglie di birra in mano, chiacchierano e bevono e discutono di quanto sarebbe meraviglioso girare un film, un lungometraggio sulla vita notturna di Cagliari; e mentre le persone chiacchierano bevono discutono della vita notturna di Cagliari e di come il centro storico sia una zona meravigliosa per girare un lungometraggio, e mentre sulla scena appare un finto netturbino che raccoglie le bottiglie e le butta dentro un cestino, il finto regista del lungometraggio sulla vita notturna di Cagliari, al termine di un unico piano sequenza della durata di quattro ore e mezza, si alza dalla sedia e urla “Stop! Buona la prima”; e dopodiché si va a dormire.

 

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