O terme, o mores!

O terme, o mores!

Atto primo.

Interno giorno. Sala ricevimenti di un albergo.
All’alzarsi del sipario parte una musica in sottofondo. È la Cantata K. 429 di Mozart.
I tavoli sono già imbanditi. Un po’ alla spicciolata arrivano gli ospiti. Indossano cappucci neri e si aggirano con cautela negli ampi spazi.

CONVITATO 1                  (il tono leggermente sospettoso) Buongiorno, ma tu chi sei?
CONVITATO 2                  (irridente) Vorresti saperlo, eh?
CONVITATO 1                  Aspe’, fammi indovinare.
CONVITATO 3                  (si avvicina spalancando le braccia) Amici! Fratelli!
CONVITATO 2                  Vedi? Lui ci ha già riconosciuto.
CONVITATO 3                  Dalle scarpe. Calzi sempre le stesse. 
CONVITATO 4                  (si fa avanti con fare guardingo) Ma le mascherine? Dico, le avete?
CONVITATO 2                  (imita l’accento siciliano) Macché mascherine! Non ce n’è Covid!
CONVITATO 3                  (rassicurante) Siamo già abbastanza coperti, non vi pare?

Risatine contenute. Parlottio diffuso. 
Sopraggiungono altri ospiti.

CONVITATO 5                  Scusate. Ma quanti siamo?
CONVITATO 2                  A me hanno detto una decina.
CONVITATO 5                  A me una ventina.
CONVITATO 6                  A me una trentina.
CONVITATO 5                  E vabbe’, pure se fossimo una quarantina. Com’è che diceva quello? Aggiungi un posto a tavola…
CONVITATO 6                  Sono d’accordo!
CONVITATO 2                  Non saremo un po’ troppi?
CONVITATO 6                  Macché! Vedrai, ci saremo tutti: gialli, rossi, neri, grigi, azzurri… Che in fin dei conti di un CONVITATO 6                  colore solo siamo.
CONVITATO 2                  Sacrosanta verità. 
CONVITATO 5                  Ma secondo voi… Lui ci sarà?
TUTTI IN CORO                Lui c’è sempre! Anche quando non c’è! Lui vede tutto!

La sala è disseminata di crocchi. Il brusio si fa più intenso.

CONVITATO 7                  Ci sono già stato, qui.
CONVITATO 8                  Ah, sì? Come mai?
CONVITATO 7                  Per un ciclo di massoterapia.
CONVITATO 8                  (gli sfugge una risata catarrosa) Ah, ah, ah! Adoro i giochi di parole!
CONVITATO 7                  Giochi di parole?
CONVITATO 8                  Tu devi essere il più tonto del gruppo.
CONVITATO 9                  Si spende molto?
CONVITATO 7                  Era un gentile omaggio della casa.
CONVITATO 8                  Poi vi presento il proprietario.
CONVITATO 9                  Molto gentile da parte tua.
CONVITATO 8                  Figurati. Siamo o non siamo un’unica, grande famiglia?

All’improvviso, da un altoparlante in fondo alla sala, una voce maschile vibrante zittisce il vocio.

VOCE MASCHILE             Amici, benvenuti! Grazie per essere qui. Tra qualche minuto serviremo gli aperitivi. Da
VOCE MASCHILE             questo momento potete levarvi i cappucci.

Si innalza un coro di “Oooh!” dal sapore liberatorio.
I convitati si sfilano il cappuccio, lo lanciano per aria in modo festoso. Ora gli ospiti possono riconoscersi l’un l’altro. Si scambiano strette di mano, sorrisi e pacche sulle spalle. I camerieri si aggirano premurosi reggendo vassoi colmi di tartine e bicchieri. Si brinda.

CONVITATO 10                (sottovoce) Ci sei anche tu…
CONVITATA 11                 (sguardo malizioso) Speravo di trovarti qui…
CONVITATO 10                (le sussurra all’orecchio) Mi fai arrapare.
CONVITATA 11                 Sciocchino.
CONVITATO 10                Vieni in bagno. Ti faccio vedere la cazzuola… 
CONVITATA 11                 (sguardo sempre più malizioso) Che muratore audace…

Qualcuno si è già accomodato. Sbocconcella del pane.

CONVITATO 12                Ma che fai?
CONVITATO 13                È buono. Fatto in casa, si sente.
CONVITATO 14                Se ti abbuffi di pane poi ti passa l’appetito.
CONVITATO 13                Hai ragione. Solo un pezzetto.

Dall’ingresso spuntano dei militari. Di colpo le conversazioni si interrompono. Tutti rivolgono lo sguardo verso gli uomini in divisa. Uno dei convitati si affanna a raccogliere e nascondere alla bell’e meglio i cappucci ancora sparsi sul pavimento. Taluni arretrano con circospezione. Altri fanno per allontanarsi.

CONVITATO 15                (a voce alta) Fermi tutti! Nessun timore, sono dei nostri. (Poi, rivolto al più alto in grado, con
CONVITATO 15                fare umile e ossequioso) Venga Generale, venga. Vi aspettavamo.

Gli ospiti tirano un sospiro di sollievo collettivo. Ci sono sorrisi di circostanza. Qualcuno si allenta il nodo della cravatta.

CONVITATO 16                Ma che cazzo, oh. Ragazzi, sono cardiopatico, non fatemi ‘sti scherzi.
CONVITATO 17                Su, su! Che ti facciamo curare dai medici migliori. Dico bene, amico?
CONVITATO 18                Ma certo. Sempre a disposizione.
CONVITATO 17                Vedi? Se non ci si aiuta tra di noi…
CONVITATO 16                Grazie, grazie. Piuttosto, a proposito… ci sarebbe il marito di una mia cugina, un ragazzo
CONVITATO 16                perbene ma completamente stupido. Lavora in un ufficio pubblico e si ostinano a negargli
CONVITATO 16                un avanzamento di qualifica. Ora, non saprei, magari si potrebbe chiedere a…
CONVITATO 19                (lo interrompe) Ma scherzi? Come no! 
CONVITATO 16                Uh, non sai che piacere mi faresti.
CONVITATO 19                Guarda, consideralo già fatto. Chiamami domani.
CONVITATO 16                Ti avviso, però: quel ragazzo è un incompetente, un buono a nulla…
CONVITATO 19                Bene! Così li vogliamo. Che se sanno troppo poi combinano guai. 
CONVITATO 16                Grazie, grazie. Allora, ti chiamo. Domani.
CONVITATO 19                (fa sì con la testa, come per dire “Ci penso io”, e si allontana)
CONVITATO 17                (rivolto a CONVITATO 16) Cosa ti dicevo? Se non ci si aiuta tra di noi…
CONVITATO 18                (anch’egli rivolto a CONVITATO 16) Come sempre, del resto. Come sempre.

Intanto, tra un crostino e un vermentino, si confabula, si bisbiglia e si sghignazza.

CONVITATO 10                (sottovoce) Vai prima tu.
CONVITATA 11                 (sguardo interrogativo) Dove?
CONVITATO 10                (le strizza l’occhio) A lavarti le mani…
CONVITATA 11                 (si morde il labbro inferiore) Mmh… 
CONVITATO 10                Ti raggiungo subito.
CONVITATA 11                 Sì, ma fai presto.
CONVITATO 10                Prestissimo.

Uno dopo l’altro, i due escono dalla scena.
Dal lato opposto, intanto, fanno il loro ingresso quattro uomini delle forze dell’ordine.
Alla vista dei militari si leva qualche gridolino d’entusiasmo, degli “Oh!” e degli “Ah!” di gioiosa sorpresa nella convinzione che anche quegli uomini in uniforme siano attesi al pranzo.
Si ode un urlo: “Urrà per i nuovi arrivati!”.
E un altro ancora: “Evviva le stellette!”.

FORZE DELL’ORDINE       (il tono è serissimo) Buongiorno.
CONVITATI                       (in coro e sorridenti) Buongiorno a voi!
FORZE DELL’ORDINE       (tutt’altro che compiacenti) Vorremmo parlare col proprietario.
PROPRIETARIO                 (si sbraccia) Eccomi qua!
FORZE DELL’ORDINE        (il tono è sempre più autorevole) Vogliate gentilmente favorire i documenti. Lei e i suoi
FORZE DELL’ORDINE        ospiti. Grazie. 

Silenzio e stupore. Tra i convitati inizia a subentrare un velo di preoccupazione. 

PROPRIETARIO                 Ma… Come?
FORZE DELL’ORDINE       Documenti, grazie.
PROPRIETARIO                 Ma… Maresciallo!
FORZE DELL’ORDINE       Capitano, grazie.
PROPRIETARIO                 Mi scusi… Signor Capitano… (con fare deferente) Volete unirvi a noi?
FORZE DELL’ORDINE       (ignora la domanda e inizia a leggere) Articolo uno, comma uno, decreto del presidente del
FORZE DELL’ORDINE       consiglio dei ministri, inottemperanza all’obbligo di avere sempre con sé dispositivi di
FORZE DELL’ORDINE       protezione delle vie respiratorie… 
PROPRIETARIO                 Ma…
FORZE DELL’ORDINE        … Articolo uno, comma sei…
PROPRIETARIO                 Posso spiegarle…
FORZE DELL’ORDINE        … Quindi inottemperanza all’obbligo di svolgere attività dei servizi di ristorazione, eccetera FORZE DELL’ORDINE       eccetera, dalle ore…

Nel piccolo parapiglia di convitati che tentano di svignarsela e altri che provano a far valere le proprie ragioni, cala il sipario sulle note di Mozart.              

Atto secondo.

È pomeriggio inoltrato. 
Alcuni convitati sono andati via. La maggior parte è ancora nella sala. Chi seduto al tavolo, chi in piedi, chi adagiato su piccole poltrone. Tutti hanno l’aria dimessa, inquieta e frastornata. Gli unici ad avere un’espressione lievemente più serena sono CONVITATO 10 e CONVITATA 11. Restano un po’ in disparte, di tanto in tanto si lanciano occhiate lascive.

CONVITATO 20                (rivolto a tutti) Ma vi rendete conto?
CONVITATO 1                  (scuote la testa) Roba da pazzi.
CONVITATO 21                Ci hanno anche impedito di pranzare.
CONVITATO 13                (quasi scusandosi) Io un pezzetto di pane l’ho mangiato.
CONVITATO 5                  Secondo voi… Lui sa?
TUTTI IN CORO                Lui sa sempre tutto! Anche quando non sa!
CONVITATO 1                  Giusto. Lui sa e ci protegge.
CONVITATO 17                (rivolto a CONVITATO 10) Com’è che te la sei scampata, tu?
CONVITATO 10                (un po’ in imbarazzo) Eh. Un attacco di dissenteria. 
CONVITATO 12                Non tutte le diarree vengono per nuocere…
CONVITATO 4                  (corruga la fronte) A proposito: secondo voi siamo nella merda?

Per un istante che sembra interminabile, l’interrogativo aleggia nel silenzio.
Poi si sentono dei rumori provenire dal fondo della sala. Entrano in scena i camerieri sospingendo due carrelli portavivande ricoperti da tovaglie bianche. Dietro di loro, si fa largo il proprietario dell’albergo. È allegro e spensierato. Sventola mazzi di verbali e sanzioni amministrative. Poi li butta per aria e li osserva mentre si sparpagliano sul pavimento come coriandoli.

PROPRIETARIO                Su, su! Su con la vita! Tutto si sistema, nulla è perduto.
CONVITATO 4                  (rassegnato) Eh, lo dici tu. Qui scoppia un casino.
PROPRIETARIO                (sorridente) Ma quale casino! Diamo tempo al tempo.
CONVITATO 17                (perplesso) Come mai sei così ottimista?
PROPRIETARIO                (sgrana gli occhi) Sempre ottimisti! Sempre!
CONVITATO 4                  (tentennante) Sì, va bene, ma non sappiamo come andrà a finire.

Il volto del proprietario si spalanca in un sorriso beffardo.

PROPRIETARIO                (quasi urla) Ma certo che lo sappiamo!

Si avvicina ai carrelli portavivande e con gesto teatrale solleva le tovaglie scoprendo quattro grandi vassoi di tarallucci e altrettante caraffe di vino. 
Sulle note della cantata di Mozart, mentre i convitati bevono, brindano e si ingozzano, cala il sipario.   



N.d.A.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti potrebbe essere puramente casuale. Anzi, lo è sicuramente. La realtà, si sa, è molto più interessante.  






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