Poco da dire

Poco da dire.

Non è che ci sia molto da dire. A parte che c’è vento. E che tremolano i vetri delle finestre. E che sbattono le porte. E che volano cartacce. E che si spezzano i rami. E che il mare è agitato. E che le passerelle ondeggiano. E che i pensieri sono confusi. E che la musica di una volta era migliore. E che pure la gente di una volta era migliore. E che pure i dolci di una volta erano migliori. E che comunque non tutte le cose di una volta erano migliori.
Non c’è molto da dire. A parte che c’è vento. E che quando c’è vento, e si ha voglia di fumare, le sigarette se le fuma il vento.
Così stanno le cose, non è che ci sia molto da dire. A parte che c’è molto vento.
Anche quando piove c’è poco da dire. Ma il vento è un’altra cosa, è diverso. Quando c’è vento non c’è silenzio. O, per meglio dire, il silenzio c’è ma non si sente. Anche quando piove non c’è silenzio. Ma è un’altra cosa.
Una volta un mio amico mi disse che il suo sogno era comprarsi una barca a vela e girare il mondo. Ma non è che ci credesse poi tanto, a quel sogno. Sbruffoneggiava. E infatti la barca a vela non se l’è mai comprata. E nemmeno ha girato il mondo. C’è troppo vento ad andar per mare, mi confessò qualche tempo dopo, credo mi sia passata la voglia.
Così stanno le cose. Il vento a volte ti fa passare la voglia. C’è poco da dire. 

 

tra-monto

nella foto, poco vento

 


 

 

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