Sul soffitto

Sul soffitto.

Ero sdraiato sul divano quando all’improvviso ho notato che sul soffitto c’era un accordo in fa maggiore. Gli ho detto “Perché non vieni giù?”. Lui niente. “Dài, vieni giù”. Ma lui niente. Ha continuato a stare lì, appiccicato al soffitto. Allora ho preso una matita rossa, sono salito su una sedia e ho cominciato a disegnare un’altra nota, a fianco al fa. E poi un’altra. E un’altra ancora. E ancora fino a riempire il soffitto.
Poi mi sono sdraiato di nuovo e le ho guardate. Mi è venuta voglia di suonarle, quelle note. Stavo per prendere la chitarra quando si è sentito un rumore, come un tintinnio di campanelle dentro una bottiglia. Le note erano venute giù, giacevano sparpagliate sul pavimento.
Le ho guardate e ho pensato che, certe note, non bisogna fare niente. Bisogna lasciarle lì, sul soffitto, da sole.
Non tutte le note stanno bene in compagnia.








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