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Cose che ho pensato (trentotto)

Cose che ho pensato (trentotto).

211.
Una volta ho pensato a quelli che mi dicevano Scusa se te lo dico ma dovresti fare di testa tua. Che non sapevo mai cosa rispondere, se non che di fare con le teste altrui non mi veniva bene, proprio non ci riuscivo.

212.
Una volta ho pensato a quelli che mi dicevano Scusa se te lo dico ma non dovresti fare di testa tua. Che in genere erano quelli che una settimana prima mi avevano detto Scusa se te lo dico ma dovresti fare di testa tua.

213.
Una volta ho pensato di fare di testa sua. Ma lei non lo sapeva e si è incazzata, mi ha mandato a cagare.

214.
Una volta ho pensato di fare di testa mia. Ma lei si è incazzata lo stesso. Mi ha mandato a cagare e mi ha detto che ero una persona inqualificabile. Che, secondo me, un po’ è anche vero.

215.
Una volta ho pensato di fare senza testa. Ma lei non mi ha riconosciuto, mi ha detto che lì per lì mi aveva scambiato per un pregiudicato sessuale.
 
 

monetClaude Monet, Un angolo di appartamento, olio su tela, 1875

 
 

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