Infranti.
L’altra mattina pioveva e c’era il sole. Zigzagavo tra pozzanghere sbrilluccicanti e mucchi di foglie secche. La realtà sapeva di olio, aglio e prezzemolo. Ho sollevato lo sguardo e da un albero semispoglio un passerotto si è levato in volo. E quindi un altro. E un altro ancora. Poi da una finestra del palazzo di fronte si è sentito un rumore di piatti infranti. Un istante dopo qualcuno ha urlato Sucunnemmammarua.
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