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Una fermata tira l’altra

Una fermata tira l’altra.

Cagliari, mattina, linea 6 del CTM.
Frammenti di dialogo tra signora Grazietta e signora Teresina di ritorno dal mercato di San Benedetto.

– Ma visto l’hai ieri a Voyager?
– No, itta?
– Tutte le cose sotterranee che ci sono.
– Aundi?
– A Napoli. Tutto scavato sotto hanno.
– Ih, ci greu, cun su famini chi c’esti.
– E le piramidi?
– A Napoli?
– Itta Napoli, in Sardegna. Ci sono colline che nascondono piramidi, as cumprendiu?
– Ih, pensi che non lo sappia. Gua’ che sottoterra ci sono i vulcani che stanno scavando la roccia. E poi succedono le disgrazie.
– Taddannu.
– …
– …
– Si stanno accorciando le giornate, vero?
– Eia.
– Prima pensevamo che ferragosto era la giornata più lunga. Invece non è così.
– E certu.
– Basta prendere un calendario e controllare. Tu controlla da gennaio a novembre, e vedi. O da gennaio a oggi. Controlla. Altro che giornata più lunga.
– Ih, già si sa.
– …
– …
– D’as biu cussu palazzu?
– Eia
– Tottu appuntellau.
– Pariri un omini struppiau.
– Ah, ah, ah!
– Itt’è?
– Candu intendu struppiau penso sempre a mio marito e minci scappa s’arrisu.
– Mischino, sa bonanima di signor Giggino.
– T’arregordas?
– E cummenti.
– T’arregordas a ferragosto?
– Ih.
– Tutto ci calava a pranzo. Unu commuru.

 

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