Anziani

Anziani.

Ci ho pensato un po’, prima di scrivere qualcosa a proposito di questa foto, che ultimamente guardo spesso. Ho riflettuto se fosse il caso di pubblicarla, soprattutto. Fa parte di un album di famiglia. E gli album di famiglia, per come la penso io, non vanno sfogliati in pubblico, è giusto che restino privati.

Però sono giorni particolari, questi. Si ricordano amici e parenti che non ci sono più; si festeggiano i vivi, a maggior ragione se sono anziani, e ancora di più se sono nel contempo parenti e anziani. E allora spero che mi possano perdonare i parenti raffigurati nella foto (in primo luogo quelli ancora in vita, purtroppo soltanto due) perché, pubblicandola, mi rendo conto di violare una piccola porzione della loro vita privata. Vita passata, sì, ma pur sempre privata.

È stata scattata nel 1953, a Cagliari. La donna al centro è mia nonna. Lo sguardo è fiero, ma vi colgo, seppure lievemente addolcita, l’inquietudine di chi si è appena lasciata alle spalle il dramma della guerra, lo sfollamento, e poi il ritorno a casa, le incertezze della ricostruzione.
Di fianco, sua madre, dunque mia bisnonna. Non l’ho mai conosciuta. Era siciliana, snella e minuta, in gioventù i capelli neri e ricci. In Sardegna aveva trovato l’amore, uno spilungone alto quasi due metri, mio bisnonno. Una coppia decisamente singolare, così me l’hanno sempre descritta.

Poi ci sono due miei zii. Il più grande sembra capitato lì quasi per caso. Ha l’aria di un ventenne che va di fretta, più o meno come tutti i ventenni. Ma c’è una foto da scattare, e allora il mondo può attendere. Anche il più piccolo avrebbe voglia di tornare al più presto ai suoi giochi e alle corse per strada. Glielo leggo negli occhi, quel pensiero.
Poi ci sono due mie zie. La più grande, gonna scozzese e fascia fermacapelli, sfoggia un sorriso malizioso. La più piccola, frangetta e guance paffute, mostra invece un cipiglio non indifferente, forse un presentimento delle sofferenze che patirà nei decenni a venire.
Sono state donne molto forti, amorevoli e comprensive.

Infine, mia madre. Ha uno sguardo buffo, le fossette e le labbra strette come a voler reprimere una risata. O forse è un mezzo sorriso, anche un po’ forzato. Chissà. Di sicuro dà l’impressione di essere una ragazzina molto vispa e anche molto dispettosa. Segni caratteriali, decisamente più il secondo del primo, che in parte mantiene tuttora.
Oggi ha compiuto gli anni, e non è importante sapere quanti.
Auguri a lei e auguri anche a tutti gli anziani.









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