Sai cosa succede?

Sai cosa succede?

L’altro giorno alla fermata dell’autobus c’era questa tizia, sui trentacinque, quaranta, che parlava al telefono e noi la sentivamo tutti, noi che aspettavamo l’1, ché più che parlare urlava, la tizia, era impossibile non sentirla, continuava a ripetere “Non ci vado da lui. No, no, ti ho detto che non ci vado”. E poi “Ma con quella specie di moglie che ha? Ma stai scherzando? Macandummài! Non ci vado. Già lo sai. Già lo sai che lui è un demente. Ma questa cosa lei non gliela dice. Perché? Qualsiasi cosa gli dica, lui cosa fa? Ah? Eia. Ma certo. No, no. L’altro giorno mi ha detto che ero scimprottedda. Cos’e maccusu. Asco’, a me mi viene da ridere. Mi manda gli audio su uozzàp. Eia. Gli audio per la macchina. Non te l’ho detto? Mi vuole vendere la macchina. Dice che siccome una volta mi ha dato un passaggio, adesso mi devo comprare la sua macchina. Gli ho detto. Aspe’. Gli ho detto: Ma po chini m’as pigau? Dice che gli ho cercato il fratello. Boh. Sa mulleri cumment’e nudda. Ha sempre i coglioni girati. Lo sai cos’è? Eia. Lo sai cos’è? Che lei non lo vuole ammettere. Te lo dico io. Che si controllasse le mutande, che si controllasse. Ma tanto non ci vado. Si può pestare, non mi ndi frigara. Sai cosa succede? Sai cosa succede se ci vado? Che lei si mette a urlare. E se si mette a urlare sai cosa succede? Sai cosa succede? Che le strappo le corde vocali con le dita, le strappo, ecco cosa succede”.

 

 

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