Carteggi (15)

Carteggi (15).

Ciao, la settimana scorsa, forse due settimane fa, scusa ma non ricordo con precisione, mi è tornato in mente ciò che era solito affermare quel tuo amico, ammesso che fosse davvero un tuo amico, viveva fuori città, abitava al primo piano di una palazzina celeste, un edificio disgustoso, con tutto il rispetto. Si chiamava Lino, correggimi se sbaglio, e aveva l’aria di chi passa la vita a contare i giorni che mancano al proprio funerale. Quando gli facevi notare che mettersi alla prova per ottenere qualcosa, qualsiasi cosa, è come sbrogliare una matassa di piccoli desideri, Lino ripeteva sempre la stessa frase “Stai buono. Guarda girare il mondo”. Ecco, il pensiero di Lino mi è tornato in mente in un modo che definire fastidioso non rende l’idea. Non so che fine abbia fatto, Lino. Spero mi sappia dare sue notizie. Mi consolerebbe non poco sapere che ha smesso finalmente di contare i giorni, i suoi e quelli di non saprei chi. Ti prego, non chiamarlo cinismo; sarebbe un po’ eccessivo. Diciamo che molto pigramente, molto semplicemente, molto elegantemente, da qualche tempo sto iniziando a ostentare disprezzo per una parte sempre più numerosa degli esseri umani, anzi, a voler essere precisi, per la stragrande maggioranza. Ma c’è un’altra cosa che vorrei che tu capissi, per chiudere la questione una volta per tutte. Riguarda l’esibizione dell’abbondanza, mi riferisco all’ostensione più becera, e quel tuo percorrere in su e in giù i marciapiedi della convivenza sociale. Non avrò mai la forza di accusarti di qualcosa, sia chiaro, non potrò mai fartene una colpa. Però, non so come spiegarti, più ci penso e più la memoria ritorna a Céline, con il quale peraltro non ho niente da spartire, salvo qualche residuo di nichilismo, giusto le briciole. Quella sua osservazione, ammesso che sia realmente ascrivibile a Céline, “Vi piscio sopra a tutti da una considerevole altezza!”, be’, lo sai che non mi sembra così fastidiosa? Un tempo mi avrebbe fatto inorridire, ci avrei perfino riso sopra. Adesso, non lo so. L’unica domanda che mi frulla nella testa è “Precisamente da quale altezza? Quanto considerevole?”.
Ti saluto cordialmente. A presto.
Tuo, Ettore.







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