Non solo di lei

Non solo di lei.

Enrico la guarda. Lei sembra pensierosa, allunga il passo. È già da un po’ che camminano in silenzio, nessuno dei due sa dove siano diretti. È come se seguissero una linea morbida, priva di attriti. Si infilano in una viuzza in discesa, attraversano uno strano intreccio di vecchie case a due piani, cancelli e portoni di legno. Scendono lungo una scalinata. Tira un vento freddo e umido, proprio davanti a uno slargo dal quale si scorgono il porto, alcune casupole e una lingua di mare. 
Si siedono su un muro di rinforzo a ridosso dello slargo. Enrico fa un respiro profondo. Osserva le mani di Maria.
– E ora? – le chiede – Ora che cosa farai?
Lei si passa una mano tra i capelli, si sistema un ciuffo sulla fronte e si gira di profilo. Abbassa appena le pieghe della bocca. Non dice nulla. Non ha intenzione di dire nulla. Non saprebbe che dire.
Dopo un po’ si alza, fa per allontanarsi e gli tende una mano. Enrico scuote la testa. Pensa di non avere mai avuto paura di lei. 
Maria fa un nuovo tentativo di andarsene. Poi si ferma, lo osserva e abbozza un sorriso. Enrico fa ancora una volta No con la testa. E adesso sì. Adesso, anche se solo per un attimo, lui pensa di avere paura. Di tutto, non solo di lei.
Maria si allontana, attraversa la strada, gira l’angolo e non si volta più. Lui l’accompagna con lo sguardo fino a quando non la vede sparire dietro una palazzina. Solo allora si alza, si infila le mani nella tasca del giubbotto e con la punta della scarpa schiaccia una foglia ormai ingiallita. 







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