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Cose che ho pensato (dodici)

Cose che ho pensato (dodici).

66.
Una volta ho pensato di scrivere la storia di un uomo che si fotografava una volta al giorno per dieci anni di fila. Una sola foto, ogni giorno a mezzogiorno. Mi sembrava ci fosse molto da scrivere, su quest’uomo e sul fatto che avesse deciso di fotografarsi ogni giorno, una volta al giorno, a mezzogiorno, per dieci anni di fila. Ci sono rimasto male, quando Arturo mi ha detto che questa storia l’aveva già scritta qualcun altro.

67.
Una volta ho pensato di essere un extraterrestre.

68.
Una volta ho pensato di scrivere la storia di un giornalista scroccone. Il giornalista scroccone viaggiava a scrocco. Andava alle conferenze stampa per scroccare le penne e i fogli di carta. A volte scroccava una cartella colorata o delle matite. Oppure mangiava e beveva a scrocco. Durante le conferenze stampa si avvicinava agli altri giornalisti e chiedeva sottovoce “Ma dopo c’è il rinfresco?”. Il più delle volte, quando c’era il rinfresco, si lamentava per la qualità del cibo. Diceva che non era all’altezza del ruolo e del prestigio della stampa.

69.
Una volta ho pensato che Arturo sparava balle in continuazione. La storia dell’uomo che si fotografava una volta al giorno per dieci anni di fila, per esempio, non è mica vero che l’ha scritta qualcun altro.

70.
Una volta ho pensato di fare training autogeno. Poi mi è venuta la febbre. Arturo ha detto che era uguale.

 

bici

nella foto, bici

 

 

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